Campobello di Licata, tari alle stelle: “Promesse tradite e bollette più care del 15%”

Tari più cara a Campobello: il Comitato guidato da Salvatore Bella denuncia rincari e chiede un cambio di rotta.

Aumenti fino al 15%, estensione della tassa anche alle case di campagna e promesse elettorali mancate: il Comitato attacca l’amministrazione Terrana e propone la gestione “in house” per ridurre i costi.


Campobello di Licata, tari alle stelle: “Promesse tradite e bollette più care del 15%”


Le feste d’estate e il caro-Tari

Mentre l’amministrazione comunale di Campobello di Licata, guidata dal sindaco Terrana, organizza eventi e spettacoli estivi, i cittadini fanno i conti con le nuove cartelle F24 della Tari.
Secondo il Comitato, guidato da Salvatore Bella, quest’anno la tassa sui rifiuti non solo è aumentata del 15% rispetto al 2024, ma è stata estesa anche alle case di campagna, prima escluse. A riportare il tutto è la testata Canicattì Web.


Numeri alla mano: rincari pesanti per le famiglie

Il comunicato del Comitato riporta esempi concreti: “Un appartamento di 150 mq con garage e tre occupanti pagava lo scorso anno 1.047 euro, oggi la bolletta arriva a 1.200 euro”.
Un aggravio che, secondo gli attivisti, smentirebbe le promesse di abbassamento della tassa fatte in campagna elettorale.


La gestione “in house” come soluzione

Il Comitato ricorda che in campagna elettorale erano state prospettate due opzioni: creare una società “in house” comunale o unirsi a quella di Ravanusa.
“La gestione in house – spiegano – permetterebbe un risparmio del 20-30% sui costi, più un ulteriore 10% di Iva non dovuta”.
Secondo i calcoli diffusi, il Comune potrebbe ridurre la spesa annua di circa 1 milione di euro rispetto agli oltre 3,2 milioni attuali.


La polemica sulla Corte dei Conti

Durante un consiglio comunale, il sindaco avrebbe sostenuto di non poter adottare la gestione in house prima di ottobre 2026 per vincoli derivanti dal caso Dedalo.
Il Comitato replica: “Falso. Esistono soluzioni legali per anticipare i tempi, come dimostrano i casi di Ravanusa e Palma di Montechiaro”.


Morosità e rischio dissesto

Oltre ai costi, il Comitato punta il dito contro l’alta evasione della tassa: “Oggi paga solo il 40% dei cittadini. Il restante 60% non versa e i costi ricadono su chi è in regola. Se non si interviene, il Comune rischia il dissesto”.


Pronti alle vie legali

Il Comitato annuncia di voler monitorare l’operato dell’amministrazione e avverte: “Se non ci sarà un’inversione di rotta, procederemo per vie legali, anche con conseguenze personali per chi ha approvato delibere contrarie all’interesse pubblico”.

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