Per la prima volta nella storia dell’Assemblea Regionale Siciliana scatta la “tagliola”: il dibattito viene azzerato e si va subito al voto sulla Manovra Ter. Proteste furiose e accuse di autoritarismo.
Cosa è successo all’Ars: il debutto della “tagliola”
All’Assemblea Regionale Siciliana è stata applicata, per la prima volta, la “tagliola”, uno strumento regolamentare che permette di passare direttamente al voto, saltando la discussione sugli articoli di legge. La misura è stata voluta dalla maggioranza per velocizzare l’approvazione della Manovra Ter da 400 milioni di euro, ostacolata dall’ostruzionismo delle opposizioni.
Schifani difende la decisione
Il presidente della Regione, Renato Schifani, ha motivato l’urgenza con la necessità di destinare rapidamente le nuove risorse – provenienti dall’aumento del PIL – a interventi su emergenze, infrastrutture e sociale. “Non possiamo permettere che il Parlamento si blocchi. In ogni istituzione servono strumenti per evitare l’ostruzionismo”, ha dichiarato in Aula, accusando le opposizioni di “fare barricate su tutto”.
La protesta: bavagli, accuse e toni infuocati
Le opposizioni hanno definito la mossa una “grave lesione della democrazia”. Il deputato Ismaele La Vardera (Controcorrente) si è imbavagliato in Aula, parlando di “atto fascista” e denunciando un clima di prepotenza. Il Pd, con il capogruppo Michele Catanzaro, ha parlato di “vergogna senza precedenti”, mentre il M5S, per voce di Antonio De Luca, ha definito l’episodio “la pagina più nera dell’Ars”.
Un precedente che farà discutere
Mai nella storia del Parlamento siciliano si era assistito all’uso della “tagliola”. Per la maggioranza è un modo legittimo per evitare blocchi, per le opposizioni è un precedente pericoloso che riduce lo spazio democratico e mette a rischio il ruolo stesso dell’Assemblea. Il confronto politico, già teso, si annuncia ancora più acceso nei prossimi giorni.