Sono trascorsi 35 anni dall’omicidio di Rosario Livatino, il giovane magistrato di Agrigento assassinato dalla mafia il 21 settembre 1990. Aveva appena 38 anni, ma il suo esempio di integrità, silenziosa fermezza e fede incrollabile continua a parlare alle nuove generazioni.
Il giudice ragazzino: una vita breve ma luminosa
Livatino veniva chiamato il “giudice ragazzino” non solo per la sua giovane età, ma anche per l’umiltà con cui affrontava il suo delicato lavoro. Non cercò mai i riflettori: non rilasciò interviste, non inseguì visibilità. Preferì la discrezione, lasciando che fossero le sue inchieste e le sue decisioni a parlare per lui.
Nei documenti firmava spesso con tre semplici lettere: “stD”, abbreviazione di sub tutela Dei (“sotto la protezione di Dio”). Una scelta che rivela molto della sua visione: il diritto non era, per lui, solo un mestiere, ma una missione vissuta nella fede.
L’eredità di Rosario Livatino
Il 21 settembre 1990, mentre si recava al tribunale di Agrigento senza scorta, fu ucciso su quel viadotto che da allora porta il suo nome: il viadotto Gasena. Un commando mafioso pose fine alla sua vita, ma non alla sua testimonianza.
Nel 2021 papa Francesco lo proclamò Beato, riconoscendo ufficialmente la santità di chi visse il proprio lavoro come vocazione al servizio della giustizia e della collettività.
Un ricordo che diventa impegno
In occasione del 35° anniversario della morte di Livatino, la sua figura è stata ricordata al Giubileo degli operatori di giustizia in piazza San Pietro. Anche la Treccani, insieme alla Regione Siciliana, ha reso omaggio al magistrato con il volume “Rosario Livatino tra Diritto e Fede”, curato dal professore Gaetano Armao: un contributo importante per approfondire il profilo umano, professionale e spirituale del giovane giudice.
Un simbolo di legalità per l’Italia e per la Sicilia
Rosario Livatino resta un punto di riferimento per chiunque creda che il riscatto della Sicilia e dell’Italia passi attraverso legalità, lavoro, onestà e giustizia. La sua forza non stava nella violenza o nella visibilità, ma nella coerenza: un esempio che, a distanza di 35 anni, continua a interpellare coscienze e istituzioni.